«L'imposta sul macinato - scrive "L'Avvenire dell'Operaio", Torino, 23 febbraio 1868 - rovinerà l'Italia, e potrebbe far nascere gravi disordini»(341). Il Consiglio centrale delle società operaie italiane (ossia la Commissione permanente, eletta nel Congresso di Napoli) dirama nel marzo una circolare a tutte le società affiliate affermando che «questa tassa percuote non la fortuna proporzionata dei cittadini, bensí in modo progressivo la maggior fame del proletariato»; e propone di promuovere una protesta collettiva. «Lo Zenzero primo» (Firenze, 4 marzo), lancia un grido d'allarme: «Il popolo ha fame, il popolo langue per l'abbandono, per la miseria, per la mancanza di lavoro»(342). La società torinese L'Avvenire dell'Operaio (fondata nel gennaio 1868 con l'intento di riunire in un solo fascio «una classe numerosa, sorgente della principale ricchezza della Nazione, la quale non conosce ancora abbastanza i grandi principî dell'associazione ed i mutamenti civili e politici»(343), formula un indirizzo alla Camera (8 marzo 1868) nel quale avverte che la tassa «potrebbe anche bene servire di pretesto ai nemici della nostra unità, e specialmente ai principi spodestati per far nascere gravi disordini e mandare in rovina l'edificio italiano». E ancora «Lo Zenzero primo», il 10 marzo: «O pane o morte! - è sempre il grido straziante delle moltitudini... La rivoluzione sociale è sull'undici once per esplodere». E l'11 marzo: «Noi raccomanderemo sempre al popolo l'obbedienza alle leggi.
| |
Avvenire Operaio Torino Italia Consiglio Commissione Congresso Napoli Zenzero Firenze L'Avvenire Operaio Nazione Camera Zenzero
|