Gli operai e gli artigiani di cittą si sfogano chiedendo aumenti di salari, inscenando dimostrazioni e intensificando il movimento di resistenza.
«Le Sičcle», 20 aprile 1868, scrive che «gli scioperi divengono minacciosi in Italia». Gli scioperi del 1868 nei grandi centri si differenziano infatti da quelli degli anni precedenti, in quanto rivelano una tendenza nuova a estendersi da una categoria di operai a molte altre categorie, nella stessa localitą: si verifica il primo sciopero generale.
Cosķ a Torino, ai primi di aprile, lo sciopero degli operai dell'Arsenale, che non intendono di pagare l'imposta di ricchezza mobile, si estende ai ferrovieri e ai lavoranti nella manifattura dei tabacchi(347).
Verso la metą del mese, a Bologna, per l'identico motivo, scoppia lo sciopero generale che si sostiene per due giorni (14-15 aprile)(348). Altri scioperi, altre agitazioni di particolare gravitą si verificano nel gennaio a Sordevole(349), nel marzo a Pavia(350), nell'aprile a Livorno, nel giugno a Milano, nel luglio a Pistoia(351).
Non mancano altri segni eloquenti dei progressi compiuti dagli operai nella via della resistenza: a Bologna l'8 agosto 1868 si riuniscono 150 operai sarti, che fondano una cassa di resistenza con l'intento di proclamare appena possibile uno sciopero per ottenere un aumento di salario(352); a Feltre si riunisce il I Congresso dei tipografi, che s'impernia sulla imposizione della tariffa(353); e a Oggiono i filatori di seta si uniscono in una lega di resistenza(354).
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