A Boffalora sopra Ticino viene appeso sull'albo comunale un cartello con la dicitura: «Abbasso il macinato - chi mi toccherà il sacco di farina - farà la morte del Prina»(375). In alcuni comuni i contadini si dànno a costruir barricate. La «Gazzetta ufficiale» del 4 gennaio segnala assembramenti e dimostrazioni in provincia di Cuneo, Verona, Pavia, Cremona, Piacenza, Modena, Bologna, Lucca, Arezzo. Il 5 gennaio il governo emana un decreto per cui nelle province di Bologna, Parma, Reggio Emilia, i poteri vengono passati al generale Raffaele Cadorna.
Il 5 gennaio a Milano vien diffuso un foglio volante, del quale ecco i brani piú significativi: «Milanesi! - L'imposta sulla fame, l'imposta sulla miseria, sulla disperazione ha prodotto gli effetti che si prevedevano. A Parma, a Reggio, in moltissimi altri paesi d'Italia il sangue cittadino fu versato. I bravi soldati d'Italia, furono anche una volta... strumento nelle mani del governo ad una irragionevole e brutale repressione... Noi non abbiamo che una parola a dirvi: le fucilate di Parma sono una minaccia anche per voi. Provveda dunque ciascheduno al proprio interesse ed al proprio onore e all'interesse d'Italia tutta... Chiunque senta dignità di cittadino italiano, chiunque senta che l'Italia fu fatta dal popolo e per il popolo, pulisca il suo fucile e tenga asciutta la polvere. - Il Comitato segreto repubblicano»(376).
A Vernao il 6 gennaio i contadini, tumultuando, gridano: «Abbasso i ricchi!»(377). Parma, il 7 gennaio, è in piena insurrezione; la truppa si batte sanguinosamente con un gran numero di contadini.
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