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      Accompagna inoltre quasi tutti i tumulti - specie nell'Emilia, dove essi sono piú violenti, appaiono piú organizzati e durano di piú - il grido di W. il papa; o W. la religione; W. l'Austria; W. Francesco V(394); in alcune località, tra schiamazzi e devastazioni, i contadini dànno segni di profonda devozione al papa. Cosí a San Giovanni in Persiceto, penetrati nel municipio e trovato in granaio un polverosissimo busto in gesso del papa, «lo hanno preso e con molti segni di riverenza portato al parroco»(395). Altrove i contadini armati pretendono che vengano restituiti ai preti certi privilegi che sono stati loro tolti. Il manifesto affisso a Milano accusa i mugnai - nella cui persona è simbolizzata, per l'occasione, la nuova classe dirigente - di levar la religione. Si vuole infine notare che i moti - diffusi in tutta Italia - principiano e assumono particolare gravità in quelle regioni che sono state soggette al dominio temporale del papa.
      Come si difendono i clericali?
      Leggiamo «L'Ancora», Bologna, 9 gennaio 1869: «Questa povera gente che si vede tassato perfino il tozzo di pan nero onde sfama a mala pena se stesso e la propria famiglia, non ha mancato di far conoscere per molte vie che tale imposta è impopolare, gravosa...» La si è voluta imporre ad ogni costo. I contadini «non sanno ragionare a tutto filo di logica e di prudenza; sentono la necessità di protestare in qualche guisa contro tante esosità... Ricorrono spontanei e adirati ai mezzi che loro sono piú alla mano e che quasi diremmo siano loro naturali.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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