.. Non riuscendo ad ottenere una pronta soddisfazione, trascendono a qualche via di fatto... E si va a vedere e a udire uomini e giornali, che si dicono seri ed imparziali, attribuire quei moti spontanei e quelle proteste naturalissime, strappate dalla piú dura necessità, ai preti, ai parrochi, e alla reazione, che sotto mano stimola ed eccita i contadini a sollevarsi per un intendimento al tutto politico e reazionario?... Del resto costoro non hanno tutto il torto. La reazione si avanza ogni giorno piú, ed essi che veggono... le masse imponentemente agitarsi e minacciarli del loro rozzo furore, vogliono sfogare la loro rabbia impotente contro poveri preti ed innocenti parrochi, per non dire a loro stessi e agli altri che comincia anche per loro il giorno tremendo del giudizio e del castigo».
Difesa debole quando gli accusatori possono addurre tutta una serie di prove buone a dimostrare, se non altro, che i parroci hanno tenuto, di fronte ai moti, un atteggiamento di neutralità piuttosto benevola; e rinfacciare la campagna di stampa che i clerico-reazionari hanno condotto nei mesi precedenti alla rivolta, campagna nella quale hanno sorpassato ogni limite di equità e di prudenza.
Chi scorra infatti le collezioni dei giornali clerico-reazionari non può non pensare che quella profusione di articoli fieramente avversi alla introduzione della nuova tassa - dipinta come un sopruso senza precedenti, un furto legalizzato, il preveduto smascheramento del nuovo regime - non mirasse a qualche intento pratico, non rispondesse in qualche modo a una parola d'ordine diffusa dall'alto; né può dare un eccessivo peso alle postume sdegnate dichiarazioni di innocenza di quegli stessi giornali.
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