..»(469). E il 1° agosto al Mrozkowski: «Fanelli è diventato pigro... Gambuzzi è un bravo ragazzo... diventa sempre piú socialista...»(470).
Nel settembre 1870 Fanelli e fors'anche Gambuzzi si recano a Locarno per conferire con Bakunin(471), il quale diventa sempre piú ottimista sulla possibilità di scatenare la rivoluzione sociale in Italia. Facile profeta sul risultato della guerra franco-prussiana, scrive a un amico nello stesso mese di settembre che l'Italia è ormai all'orlo di questa rivoluzione: «Vittorio Emanuele si sente attirato col suo signore, Napoleone III, verso l'abisso. Non si attende che il segno d'una rivoluzione in Francia... per cominciare la rivoluzione in Italia»(472).
E il 15 ottobre, al Gambuzzi, dissuadendolo dal progetto di seguire Garibaldi in Francia: «Credimi, resta in Italia. Se riusciamo, avrete immensamente da fare nel vostro paese, e noi vi daremo tutti i mezzi necessari per agire»(473).
Il Friscia, intanto, fa propaganda in Sicilia, cercando di costituire nuove sezioni. Quella di Sciacca, da lui fondata, spedisce nell'ottobre il seguente indirizzo alla Commissione ligure delle società operaie (mazziniana): «Fratelli operai della Liguria! Noi, legati per sentimento di solidarietà e d'interesse alla grande famiglia dell'Internazionale, vi dichiariamo che l'opera nostra è diretta piú che alle inefficaci ed inconcludenti modificazioni del regime parlamentare... a ottenere che nell'ordine sociale sia sostituito il regime industriale-economico al regime politico-governativo, poiché cosí solamente al dispotismo, all'ineguaglianza sarà sostituito il regime della libertà e della pace, fondata sull'eguaglianza, la solidarietà e la mutualità»(474).
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