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      .. Gli operai devono tendere all'emancipazione economica colle sole loro forze, senza chiedere capi ed aiuti dalle classi privilegiate»(475).
      Bakunin, spingendo il moto in Italia, persegue un fine preciso: quello di procurarsi numerosi aderenti per la lotta, che prevede imminente, contro il Consiglio generale dell'Internazionale, da lui accusato di voler render obbligatoria, nell'associazione, la dottrina marxista: ossia - come egli la definisce - la dottrina del comunismo autoritario, in netta antitesi col suo collettivismo libertario.
      Egli ha per alleati gli internazionalisti spagnuoli, belgi e parte dei francesi e svizzeri. L'Internazionale č nel 1870 all'apogeo della sua potenza; ora questa crepa minaccia molto seriamente il grandioso edificio.
      Mazzini intanto č preoccupatissimo dei progressi che il materialismo e l'Internazionale stan facendo in Italia. Scrive a Campanella, l'11 marzo 1870: «Che cosa diavolo intenda Maz[zoni] per una rivoluzione socialista, io non so. Se hanno modo, la facciano. Io mi contento di farne una repubblicana... Non ne parliamo piú. Questo pretendere di far tutto, per astenersi dal far qualcosa, mi stomaca»(476).
      E, per fare la sua rivoluzione repubblicana, intanto, lavora attivamente le sue societŕ operaie. L'11 settembre 1870 la Commissione permanente degli operai di Genova (direttamente ispirata da lui) pubblica un indirizzo agli operai italiani, del quale ecco la parte sostanziale: «Sí, Roma! Ma Roma non ha senso né valore per le classi del lavoro, se dessa non č la Roma del popolo.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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