..» «La Nazione», 3 maggio 1871, avverte gli smarriti lettori che «il socialismo, il comunismo, tutti i deliri delle sette piú sfrenate minacciano la società». Solo qualche conservatore intelligente, anziché dolersi eccessivamente di quanto avviene a Parigi, mostra di considerare la Comune come uno sfogo di mali latenti, che, se non fossero venuti alla luce, avrebbero forse costituito un ben piú serio pericolo per l'avvenire. «La Francia combatte ora in Parigi una lotta piuttosto europea che francese - scrive Ruggero Bonghi nella Rassegna politica della "Nuova Antologia", maggio 1871 -; e vincendola, lascerà sconfitte... dottrine e passioni che senza questa durissima prova l'avrebbero sordamente, ostinatamente turbata assai piú». Si stia in guardia però: ché l'Internazionale, ispiratrice della Comune, non è diffusa solo in Francia, ma «si dirama in Italia, anzi in ogni altra parte d'Europa».
I giornali democratici costituzionali ammettono invece che, se si vuole impedire un esperimento socialista in Italia, bisogna pensare piú seriamente alle classi lavoratrici. A Parigi si vuole «abolire l'incomodo del tuo e del mio... sostituire la forza al diritto; la barbarie alla civiltà»; ammonisce «Il Monitore di Bologna», 25 marzo 1871; ma aggiunge: «se vorremo confessare la verità, riconosceremo che segni di spensieratezza, di apatia, di egoistica indifferenza per la situazione materiale e morale degli operai, di imprevidente e lungo abbandono di essi alla fallace guida di pochi mestatori, settari, di timidezza ed impotenza durante la crisi, di spirito riottoso e sofistico contro ogni governo durante la prosperità e la calma, non mancano nelle classi medie delle città italiane» (25 marzo, 11 aprile 1871).
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