E il 1° aprile, rivolgendosi ai privilegiati: «Voi già tremate. Sotto la veste della spavalda insolenza l'anima vile traballa di paura. Anche qui in Italia, dove la forza popolare vive potente e sarà un giorno terribile, voi sentite i sintomi della ribellione delle masse che mugge come lava vulcanica sotto la crosta di apparente tranquillità... Dietro i giornali che voi sequestrate, dietro gli individui che voi cacciate in carcere stanno le legioni onnipotenti per numero e per vigore di braccia, ordinate sotto un vessillo, la Libertà, e quelle legioni sono il popolo, la X incognita... Salve, o aurora di libertà, io ti veggo già spuntare sull'orizzonte nel colore della fiamma». Non può certo, il «Gazzettino», applaudire a tutti gli atti della Comune, ma, nelle sue grandi linee, essa ha «diritto alla simpatia dei repubblicani di tutto il mondo» (7 aprile 1871).
Accanto al «Gazzettino», si schierano in pro della Comune molti altri fogli repubblicani: tali «Il Presente» di Parma, «Il Lavoro» di Bologna, «Il Romagnolo» di Ravenna(497), «Il Rubicone» di Cesena(498), «La Trasformazione» e «La Democrazia» di Messina(499), «La Libertà» di Pavia.
La Comune di Parigi assorbe dunque l'attenzione generale; tutti cercano di scoprirne e spiegarne le cause.
Ora che il problema dell'unità nazionale è stato, con l'acquisto di Roma, provvisoriamente risolto, la questione sociale, che fino allora è stata generalmente considerata di trascurabile entità, assume, fra tutte le altre che premono il paese, somma importanza; non è chi non avverta ormai i sintomi piú o meno palesi di una crisi che travaglia la società, non è chi non si ponga la domanda: come e in che senso si risolverà tale crisi?
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