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      Un dissidio fra Garibaldi e Mazzini si era determinato fin dal 1848(505). Dal '48 al '71 era stato un continuo alternarsi di periodi nei quali l'avversione fra i due appariva insanabile e di periodi nei quali finalità comuni li avvicinavano provvisoriamente, inducendoli a sorpassare i molti e non lievi dissapori(506).
      La ragione fondamentale del dissidio, dopo il '60, era probabilmente questa: che Mazzini rimproverava a Garibaldi di volersi atteggiare a uomo politico e di voler tener lui le redini del movimento democratico, mentre gli mancavan le doti naturali e la piú elementare preparazione indispensabili a questo fine(507); Garibaldi dal canto suo non sapeva tollerare l'autoritarismo di Mazzini e, pur non disconoscendo le sue qualità politiche, deprecava i suoi metodi d'azione provatamente rovinosi, scherniva il suo programma politico e sociale. Le possibilità d'intesa fra i due si eran fatte sempre piú difficili: e finalmente, nel 1871, il dissidio scoppiò aspro e palese come mai per l'innanzi, per gli opposti atteggiamenti assunti da Mazzini e Garibaldi di fronte alla Comune di Parigi, con gran sorpresa e dolore di molti democratici italiani, cullatisi fino allora, chi sa come, nella dolce illusione di un perfetto accordo tra il braccio e la mente del Risorgimento italiano, ormai entrambi capi riconosciuti del movimento democratico(508).
     
      2.
      Progressi dell'Internazionale
     
     
     
     
     
      Nel 1871, e specialmente nella seconda metà dell'anno, l'Internazionale fa in Italia un grande balzo in avanti: nessuno ormai può ignorarla.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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