Non son molti, ancora, i giornali che sorgono come organi dell'Internazionale o comunque per difenderne e propagandarne i principī (fra il marzo e l'agosto solamente «L'Internazionale», fondato a Napoli(511) e «Il Proletario italiano» a Torino, il 14 luglio(512)); moltissimi invece i giornali democratici gią esistenti che all'Internazionale si convertono. Dą l'esempio «Il Gazzettino rosa» di Milano, subito dopo la caduta della Comune; segue «Il Ciceruacchio» di Roma che, sul cadere di luglio, scrive: «Che č mai questa potente societą dei figli del lavoro che fa tremare sui loro troni i monarchi d'Europa, che abbaglia e affascina i popoli, che si estende per i principali centri del mondo civilizzato e conta i suoi aderenti a milioni?» Č l'Internazionale che, nonostante le persecuzioni subite, «scossa dagli errori e dagli orrori dei francesi non vacilla, non cede, non arretra d'un passo nel suo cammino». Tra il luglio e l'agosto diventa internazionalista «Il Romagnolo» di Ravenna(513); e nell'agosto «L'Apostolato» di Catania, dopo aver affermato che l'Internazionale intende «fondare il governo della libertą e della fratellanza e dell'uguaglianza... riunire tutti gli uomini in una sola famiglia ove a ciascuno si dia quel che gli spetta», domanda ai fratelli: «non vorrete voi aiutarla con le vostre forze? non vorrete voi fare un piccolo sacrificio per la vostra emancipazione?»(514). Nell'agosto stesso vengon considerati come simpatizzanti per l'Internazionale i gią democratici «La Favilla» di Mantova(515), «La Fenice» di Legnago, «L'Asino» di Alessandria, «Il Diavolo rosa» di Roma, «Il Presente» di Parma, «La Libertą» di Pavia.
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