Fatto il colpo di Napoli, il governo dà ovunque la caccia agli uomini compromessi con l'Internazionale, con la speranza di sradicare per sempre la mala pianta dall'Italia. A Firenze fa perquisire le case dei dirigenti la Società democratica internazionale, d'Amico, Giannelli, Piccini, Socci, Martinati, Castellazzo. Perquisizioni infruttuose. Tuttavia è molto interessante il fatto che, proprio mentre Mazzini detta i suoi fierissimi articoli contro l'Internazionale sulla «Roma del Popolo», le autorità, per scoprir le fila di quell'associazione, agiscano per la seconda volta contro un gruppo di notissimi mazziniani!
Il Socci è il piú esaltato di tutti: nella seconda metà di agosto redige il programma di un giornale da fondarsi a Firenze col titolo «Il Grido del Popolo», programma che doveva essere piuttosto avanzato se venne sequestrato dall'autorità perché contenente «offesa alla religione dello Stato e incitamento alla rivolta delle classi operaie». E il Socci a lamentarsi del sequestro sul «Proletario italiano» di Torino, il 4 settembre: «Ma non disperiamo per questo: ci opprimano pure i moderni farisei: cerchino pure di soffocare l'imponente grido che eleva la pubblica coscienza, indignata al cospetto della disuguaglianza sociale, della sorretta ignoranza, della corruzione... il progresso non si rattiene e come valanga travolge gl'incauti che osano porglisi innanzi... l'avvenire è con noi!»(534).
Questi fatti (per una legge ben nota) servirono egregiamente a diffondere il nome dell'Internazionale.
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