Solo «La Plebe», a Lodi, che sempre piú andava accentuando il suo distacco dai repubblicani, si manteneva affatto indipendente dall'influenza di Bakunin; grande era invece l'influenza che sul Bignami e sui suoi collaboratori esercitava allora Benedetto Malon. Ad ogni modo il socialismo riformista, temperato, anticatastrofico della «Plebe» era l'unico che si avvicinasse un poco alla dottrina di Marx. Il quale fonderà poi su questo giornale ogni sua speranza, quando si sarà finalmente accorto delle tendenze irreparabilmente bakuniste dell'Internazionale italiana(552).
Ma intanto ecco con quali parole il Consiglio generale comunicava a tutte le sezioni dell'Internazionale, il 17 ottobre, il «sorprendente» estendersi dell'Associazione in Italia: «Tre mesi or sono Mazzini constatava che v'era una sola città in Italia, dove l'Internazionale contava aderenti numerosi. Ora da un punto all'altro del paese essa è pienamente stabilita. Essa è rappresentata da uno, se non da due giornali quotidiani in Roma(553); un giornale quotidiano in Milano(554), un semisettimanale in Torino(555), giornali settimanali in Ravenna(556), Lodi(557), Pavia(558), Girgenti(559) e Catania(560), oltre ad altri pubblicati in piú piccole località. Questi giornali sono soggetti ad incessanti persecuzioni del governo, uno di essi «Il Proletariato italiano» di Torino, ebbe sei numeri consecutivi sequestrati dalla polizia ed una o piú incriminazioni per ogni numero sequestrato(561); ciò nonostante questi giornali continuano imperterriti la loro crociata contro i preti, capitalisti, e Mazzini che aveva attaccato l'Internazionale perché irrealizzabile.
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