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      Garibaldi non seppe mai con precisione che fosse e che volesse l'Internazionale(567). Ma il suo equivoco fu ampiamente sfruttato dai capi del movimento internazionalista che compresero perfettamente non essere il caso di chiarirlo e risolverlo, a tutto loro danno. «La lettera di Garibaldi con la quale egli fa adesione alla associazione - comunicava esultante il Consiglio generale dell'Internazionale, il 17 ottobre - è stata da per ogni dove ristampata e commentata, ed ha ardentemente spinto molti dubbiosi a farsi una favorevole idea dell'Internazionale»(568). Possiamo esser certi che Marx ed Engels (i quali nutrivano un ironico disprezzo per Garibaldi in veste d'uomo politico) non guardavano tanto al valore intrinseco dell'adesione del generale quanto alle possibili conseguenze. Nello stesso modo Bakunin che, col '67, ha sferrato i suoi attacchi contro Garibaldi e la sua dubbia condotta politica, nel '71 si rende conto che non è conveniente proseguire la campagna; e gli attacchi pubblici cessano del tutto. Il che non significa davvero che Bakunin si faccia qualche illusione sulla serietà dell'internazionalismo di Garibaldi(569). Marx, Engels e Bakunin cedono semplicemente alle necessità della tattica politica.
      Appoggiata, avallata, vorrei dire, da lui(570), l'Internazionale può prendere nel nostro paese un colorito per niente discaro a larghe frazioni della borghesia intellettuale italiana; e quasi quasi, agli occhi dei piú giovani democratici, apparire come l'erede naturale di quel programma rivoluzionario che il partito d'azione, parlamentarizzandosi ogni giorno di piú, ha secondo essi a poco a poco abbandonato: gli è facile cosí guadagnare una larga schiera di simpatizzanti e di amici attivissimi, se pur tutti guasti dall'equivoco del capo, nell'entourage del generale; gente preziosa, perché forte di una lunga esperienza rivoluzionaria e di opposizione antigovernativa; guadagnare inoltre la neutralità di molti che, sapendo Garibaldi filointernazionalista, non osano giudicare i principî dell'associazione con franchezza e si convincono che le tirate antiinternazionaliste di Mazzini e dei conservatori non son che calunnie o esagerazioni settarie.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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