Mazzini si parte da Dio per giungere all'uomo e alla materia; tutta la sua costruzione dipende quindi dal primo postulato: Dio. Ecco perché il «santo vegliardo» si scaglia con tanto furore contro chi - semplicemente discutendo il primo postulato - minaccia di fargli crollare tutto l'edificio. Egli accusa gl'internazionalisti-materialisti di non credere a Dio; ciò che significa - secondo lui - non amare profondamente gli uomini, non rispettare la loro dignità, non comprendere e non sentire quelle idee che han sempre fatto palpitare i piú nobili cuori: libertà, giustizia, umanità, bellezza, verità.
Le cose - osserva Bakunin - stanno proprio all'opposto. Si deve deplorare che Mazzini si sia lasciato acciecare dall'idea di Dio al punto di schierarsi accanto a tutti i suoi compagni di fede religiosa contro alla causa della emancipazione popolare. I piú grandi credenti in Dio, o sedicenti tali, non sono forse tutti i potentati, tutti gli oppressori dell'umanità? Dove trovare invece piú convinti credenti nella libertà, nella giustizia umana ecc., se non appunto fra i cosiddetti materialisti? Tanto credono essi in queste verità che vogliono addirittura distaccarle dal cielo sul quale le hanno confinate e sospese Mazzini e i mistici come lui, quasi «simboli e promesse per sempre irrealizzabili» e tradurle in realtà, in pratica viva e feconda, qui sulla terra. Sí, il socialismo è materialista, ma non nel senso che suppone Mazzini (e qui Bakunin sviluppa il già noto concetto sul valore dell'espressione materia e sul curioso rovesciamento che ne hanno fatto gl'idealisti); sibbene in quanto contrappone al culto divino il culto umano, in quanto crede, prima e sopra ogni altra cosa alla libertà dell'uomo.
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