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      «Questi che voi oggi chiamate barbari rappresentano sviata, guasta, sformata per colpa vostra, in gran parte, un'idea: il salire inevitabile, provvidenziale degli uomini del lavoro. Perché lo dimenticate?» Troppo poco essi hanno fatto, nel passato, per le classi operaie; urge adesso la necessità di rimediare comunque a quel passato(582).
      Ferma, nobile, coerente la posizione di Mazzini; debole e incerta, ancora, quella dei mazziniani. Nell'«Unità italiana» del 25, 28 e 31 agosto, per esempio, Vincenzo Brusco Omnis, che la condirigeva, pubblicò un seguito di articoli Un maestro della Russia, che è un documento caratteristico della povertà d'idee di molti mazziniani, incapaci a vivere profondamente le idee del maestro, a connaturarsele sí da farne cosa veramente loro. Quelle idee, esposte da certi mazziniani, avevano un che d'imparaticcio, di freddo, di esteriore che subito si avvertiva: si era in pieno bigottismo.
      Il lungo scritto di Brusco Omnis non è che la ristampa di alcuni brani della Risposta bakunista, convenientemente isolati dal contesto e quindi qua e là incomprensibili, seguiti da un breve commento ora ironico ora sentimentale ora tragico; l'autore non cerca di rappresentarsi quali siano le linee generali del pensiero avversario; né sa contrapporgli una sintesi del proprio: non sa far altro che mettergli di fronte, debitamente incorniciati di lodi, brani scelti di Mazzini. Poi, dopo colonne e colonne di polemica piatta e inefficace, gli sorge il dubbio che la lunghezza e la solennità della trattazione dedicata all'Internazionale non possa far credere al lettore inesperto essere questa una cosa davvero importante e pericolosa.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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