Sforzi di conciliazione assurda cui costringe l'atteggiamento della stampa di parte moderata, che s'interessa smisuratamente alla polemica, gode dei dissensi e cerca di sfruttare a proprio vantaggio le diatribe mazziniane. Non si legge infatti nel «Corriere di Milano», 26 giugno 1871, un articolo intitolato Mazzini codino, in cui si sostiene esser Mazzini molto meno lontano dai moderati che non dai suoi pretesi seguaci? E «La Nazione», che pure ha ancora fresche di stampa le sue piú grossolane accuse contro Mazzini, non largheggia ora con lui in lodi sperticate per i suoi virili articoli contro la Comune, che contengono «gravi e solenni verità», attestano un cuore di «patriota e di uomo onesto» nel loro autore, articoli pieni di invettive «eloquenti»? (10 luglio 1871). Come «Il Corriere di Milano», come «La Nazione», cosí «Il Monitore di Bologna» riproduce in parte o interamente gli articoli di Mazzini, e poi commenta (21 luglio): «C'è un programma chiaro dattorno al quale conviene fare esercito ed è il programma della democrazia conservatrice. Giuseppe Mazzini, avendolo svolto, ha onorato sé e l'Italia a cui addita la via della sua missione nel mondo moderno».
Complimenti e adesioni che non so quanta soddisfazione abbian procurato a Mazzini; dolorosa, sí, la polemica con gli amici di ieri, dolorosissimo veder frainteso e spesso svisato il proprio pensiero, ma niente di piú amaro che il vedersi confuso con quella corrente, lodato da quella stampa, accomunato con quegli uomini con i quali egli non ha mai avuto in comune né un principio né un'idealità né una preoccupazione né una speranza.
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