Il mazzinianismo ci divide, l'Internazionale ci unisce». Giusto lo sdegno di Mazzini; il quale ignorava e ignorò sempre che «Il Proletario italiano», sudicio foglio governato dalla polizia, aveva tutto l'interesse, anzi era stato forse creato apposta per acuire il dissidio verificatosi nel campo democratico(604).
Altro scritto contro il quale Mazzini, a buon diritto, protesta è quello stampato dal giornale «Il Presente», di Parma, 21 agosto 1871; vi si parla della «crociata contro il movimento proletario del mondo» da lui bandita e si insinua - con bella dose d'impudenza - essersi egli scagliato contro la Comune solo perché e solo quando essa è caduta(605).
Ma «Il Proletario italiano» e «Il Presente» sono in buona compagnia. «Fede cieca e servile» definisce «La Favilla» di Mantova, nell'agosto, la fede di Mazzini; né gli si risparmiano attacchi personali e derisioni. «Cos'è questo predicare che noi non siamo capaci di sacrificio! ("Gazzettino rosa", 12 agosto). Che ne sa Mazzini? O che faccia bisogno vestir di nero, vivere nel mistero ed aver colloqui collo Spirito Santo per essere capaci di sacrificio?... Noi detestiamo ogni sorta di tirannia, ed anche a quella di Mazzini ci ribelliamo... Signor Mazzini! lei è grande, noi siamo piccini; lei ha uno splendido passato, noi né avvenire né passato abbiamo per noi. Ma è questa una ragione perché ella erigendosi a ministro d'una supposta divinità, venga a calunniare i nostri intendimenti, le nostre aspirazioni, il nostro coraggio, le nostre speranze?
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