.. separazione ufficiale dall'Internazionale; fondazione di un foglio ufficiale settimanale degli operai, a Roma. V'è, certo, tra le fila degli operai, chi è discorde, ma la maggioranza, confido, abbraccerà le mie vedute»(614).
Mentre Mazzini lancia il Congresso operaio, alcune Società democratiche romagnole suggeriscono la convocazione di un Congresso democratico, al quale dovrebbero partecipare tutte le frazioni della Democrazia, per tentare un accordo(615). Mazzini non ne vuol sapere. Il Congresso operaio tende precisamente a creare una netta scissione nel campo democratico e a troncare definitivamente pericolosi equivoci che l'altro non farebbe che prolungare. «Temo gli scandali dei quali il nemico profitterebbe - scrive perciò il 5 settembre. - Uno chiederà l'abolizione di Dio: un altro parlerà dell'Internazionale; altri contro; e [il Congresso democratico] finirà, temo, per screditare il partito, e farlo veder piú diviso che in fondo non è; e quanto all'unir tutte le società in una, perché non s'uniscono nell'Alleanza Repubblicana che esiste già?... Di ciarle ne abbiamo anche troppe»(616). Garibaldi, invece, accetta con entusiasmo di presiedere il proposto congresso: ciò che provoca polemiche vivaci sui giornali democratici, ed è una nuova spina per Mazzini(617).
Proseguono intanto i preparativi per il Congresso operaio. L'unificazione e la nomina di una direzione centrale permetteranno agli Artigiani d'Italia - scrive Mazzini - di dire «pacificamente ma seriamente e officialmente ai loro fratelli di patria i loro bisogni e le loro aspirazioni, ciò che patiscono, ciò che, nella loro opinione, porgerebbe ai loro patimenti rimedio»(618); la direzione dovrà esser costituita in modo che «rispettando i diritti e i doveri puramente locali delle società, possa legalmente rappresentare doveri, diritti, tendenze, interessi comuni a tutta quanta la classe artigiana»(619). Dal giorno in cui il Patto di unificazione sarà votato e l'autorità centrale eletta «comincerà la vita collettiva degli operai italiani»: «la questione sociale, oggi lasciata all'arbitrio di ogni nucleo locale, potrà definirsi davanti al paese, forte dei fatti raccolti da tutte le società e del consenso indiretto di quasi dodici milioni tra operai manifatturieri, dati all'industria mineraria ed agricoltori». Una volta costituita questa potenza - dice Mazzini, rivolgendosi agli operai - potrete «stringere, nei modi e coi patti che vi parranno opportuni, coi vostri fratelli dell'altre Nazioni, vincoli d'alleanza che tutti intendiamo e vogliamo, ma dall'alto del concetto nazionale riconosciuto, non sommergendovi, individui o piccoli nuclei, in vaste e male ordinate società straniere che cominciano dal parlarvi di libertà per conchiudere inevitabilmente nell'anarchia o nel dispotismo di un centro o della città nella quale quel centro è posto»(620).
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