L'articolo ultimo (14°) - che già ci è noto - sintetizza chiaramente lo scopo del Patto: «Le associazioni affratellate si ritengono d'or innanzi come una sola famiglia interessata a promuovere in tutti i modi possibili insieme al proprio benessere, la grandezza e la prosperità della patria, e l'educazione del popolo, pei fini dell'umanità».
Altra deliberazione importante del congresso fu quella - suggerita dal Mazzini - di fondare un settimanale operaio; e fu «L'Emancipazione» diretta da Maurizio Quadrio, che iniziò le pubblicazioni il 1° febbraio 1872(640).
Tumultuose discussioni politiche occuparono il resto del tempo. Il delegato Marini propone che si dichiari avere il movimento operaio carattere repubblicano o meglio mazziniano; Mauro Macchi non ne vuol sapere: Mazzini - egli afferma - è certo il migliore interprete dei bisogni nazionali, ma il congresso non deve legarsi al suo nome, deve sapersi elevare al di sopra di qualunque persona per dedicarsi esclusivamente ai principî; altri potrebbe rappresentare dei principî nuovi in ordine al progresso. Pais(641) si associa a Macchi: «Mazzini stesso se fosse presente si opporrebbe a ciò che aumenta discordie già abbastanza sciagurate e che allontanano il congresso dallo scopo pratico per cui venne convocato. Dunque non siate piú mazziniani di Mazzini!» L'internazionalista Tucci prende invece occasione dalla proposta Marini per tesser l'apologia dell'Internazionale e per rispondere pubblicamente e solennemente alle accuse mazziniane: l'Associazione dei lavoratori non vuole affatto distruggere la patria, ma vuole che essa si costituisca spontaneamente dal basso all'alto, non vuole abolir la famiglia, ma solo le finzioni giuridiche immorali che si connettono ad essa, non vuole cancellare la proprietà, ma anzi metterla alla portata di tutti.
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