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      .. a Roma, ma evidentemente suggerita da lui: «Quattro della commissione sono nostri: il quinto è Battaglia ch'io conosco benissimo, ma che tentenna un po' per influenza di chi cerca di fargli vedere in me il dittatore, il papa»(650); e ancora: «ho ora i nomi della commissione e sta bene. Vedrò di consigliarla...»(651). Il programma del congresso era di grande importanza perché doveva regolarne e limitarne i lavori. In un articolo sulla «Roma del Popolo», 14 ottobre 1871(652), Mazzini aveva suggerito ai delegati: «Alcuni fra voi formolino un ordine del giorno progressivo». Contemporaneamente aveva fatto sapere a Dagnino che Marcora «stende l'ordine del giorno dei lavori»(653); piú tardi aveva avvisato gli amici di «intendersi, appena giunti, coll'avvocato Marcora, il quale avrà un ordine del giorno suggerito da me». Insomma il congresso aveva un compito limitato: il limite era stato imposto da Mazzini; non doveva uscirne che un voto d'unione: il patto era opera di Mazzini. Ogni piú ampia discussione era riservata a una Commissione direttiva: ed essa fu cosa del Mazzini. E allora, come poteva egli lamentarsi se nella radunata si era fatto il suo nome? Se se ne erano tenuti lontani e se ne allontanavano fautori del moto operaio dissenzienti in tutto e per tutto da lui e dal suo programma? Se il governo prendeva contro il congresso quelle ordinarie misure preventive che aveva sempre preso contro ogni manifestazione sua?
      Errore grave dei congressisti era stato quello di accentuare il colore politico repubblicano del congresso.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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