E prosegue la sua via. Il 14 novembre, rispondendo a Pallavicino, esce nella famosa frase «L'Internazionale è il sole dell'avvenire»(658).
Garibaldi è però l'unico che non si avveda della portata del suo atteggiamento. Le espressioni del Consiglio generale dell'Internazionale che attribuiscono a lui il maggior merito per la diffusione del socialismo in Italia sono infatti abbastanza eloquenti. «Le notizie d'Italia - continua il resoconto della seduta del 7 novembre - erano di un particolare interesse, secondo le lettere ricevute da diverse città importanti fra le quali Torino, Milano, Ravenna e Girgenti. Il tutto confermava il grande estendersi dell'associazione in Italia. Le classi operaie, nelle città almeno, andavano rapidamente abbandonando Mazzini i cui attacchi contro l'Internazionale non avevano alcun effetto sulle masse. Mentre per lo contrario avevano spinto Garibaldi non solamente a pronunciarsi favorevolmente all'Internazionale, ma a romperla apertamente con Mazzini, proprio su questa questione». E il 9 novembre Marx scrive all'amico Sorge, annunciandogli: «In Italia noi facciamo progressi vertiginosi. Grande trionfo sul partito di Mazzini»(659).
Grazie all'atteggiamento di Garibaldi, insomma, la propaganda socialista, invece di urtare contro la prevedibile resistenza della democrazia borghese in genere, urta solo contro quella disperatamente opposta dalla frazione mazziniana. Del quale stato si avvantaggia anche Bakunin, che in Isvizzera sta ora dirigendo la lotta contro il Consiglio generale dell'Internazionale(660).
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