E per vero noi vediamo che in alcune città italiane nascono società che si dicono affigliate piú o meno direttamente all'Internazionale e che ne abbracciano il programma. Ma quel primitivo programma non è ormai che una lettera morta... L'Internazionale in Italia non esiste»(685) (4 febbraio 1872).
Questo atteggiamento estremamente conciliativo - Mazzini non lo avrebbe potuto approvare - coincide con la direzione del Pais. Ma «L'Alleanza» doveva difendere in Emilia - assieme con organi minori, quale «La Rivoluzione» di Forlí diretta da Antonio Fratti - i colori mazziniani; e la parola d'ordine, secondo l'esempio rigidissimo di Mazzini stesso - era di non transigere, di non cercare accomodamenti impossibili tra materialisti e spiritualisti. Cosicché, mentre la campagna antimazziniana si intensifica e i progressi dell'Internazionale si fanno sempre piú evidenti, «L'Alleanza», non badando al suo titolo - che assai probabilmente era stato scelto appunto in vista dei dissidi nel campo democratico, - vira di bordo. Al Pais vien sostituito nella direzione un mazziniano puro, Luigi Rangoni (14 febbraio 1872) e il giornale, che diventa organo delle Società repubblicane consociate delle Romagne - si fa intransigente. «Il nostro appello alla concordia fu respinto - scrive il 7 marzo. - Constatiamo questo fatto, a ciò che ciascuno abbia quella parte di responsabilità che gli appartiene... Ebbene, a questo punto, "L'Alleanza" è lieta di separarsi irreconciliabilmente da avversari di tal fatta e preferisce di averli nel novero dei nemici».
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