Dietro tutta questa agitazione di stampa, era lo spettro dell'Internazionale, la quale effettivamente andava realizzando progressi molto seri. «Il Monitore di Bologna», 8 novembre, scriveva che gli risultavan «partiti per Firenze, Torino, Napoli e Roma degli emissari dell'Internazionale per effettuare coi loro aderenti d'Italia un'organizzazione generale della politica e dell'amministrazione della lega»(686).
A Napoli, mercè gli sforzi di un gruppo di giovani disinteressati ed entusiasti, con a capo il Cafiero, gli elementi internazionalisti andavano ripigliando i contatti interrotti fin dall'agosto. Col 10 novembre il giornale «Il Motto d'Ordine», fondato nel settembre dello stesso anno, cominciava a parteggiare apertamente per l'Internazionale, trasformandosi in quotidiano(687). Verso la fine del mese sorgeva la Federazione operaia napoletana, dichiaratamente internazionalista(688).
A Milano un fervente bakunista, il Pezza, e un tedesco seguace di Marx, il Cuno, stavano lavorando per fondare una sezione(689).
A Torino si andava svolgendo un'accanitissima lotta in seno alla Federazione operaia tra mazziniani e internazionalisti. Nelle elezioni delle cariche che vennero fatte sulla fine di novembre, riuscí presidente un ex internazionalista, convertitosi a mazziniano(690); vicepresidente e segretario due internazionalisti(691). La federazione contava allora settecentocinquanta soci.
Il 27 novembre 1871 si costituiva a Bologna il primo Fascio operaio, sotto il consolato di Erminio Pescatori; i suoi principî vennero esposti nel 1° numero del giornale omonimo(692), che esso pubblicò - sotto la direzione dello stesso Pescatori e con la collaborazione di Andrea Costa - dal 27 dicembre 1871 al 6 giugno 1872. «Non vogliamo atterrare un nemico per occuparne il posto: dobbiamo invece rendere impossibile il privilegio della nascita e del monopolio, per sostituirvi l'universale diritto di vivere per lavorare, di lavorare per esser liberi, di esser liberi per divenir tutti uguali»(693). Il Fascio operaio non era che una sezione dell'Internazionale, con nome diverso; suo primo socio, naturalmente, Garibaldi(694). Alla fine dell'anno contava già in Bologna cinquecento soci mentre, costituitisi altri fasci consimili in tutta l'Emilia e specialmente in Romagna(695), si tendeva a una federazione regionale: il 19 dicembre 1871 si riuní infatti a Bologna un primo comizio dei delegati delle sezioni di Bologna, Imola, Ravenna, Forlí, Faenza, Rimini(696). Altrettanto avveniva in Firenze dove, per opera di Piccioli-Poggiali, Natta, Grassi, Lovari, sorgeva un fascio operaio che raccolse subito un duecento operai(697).
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