Ecco quanto scriveva sul primo numero della «Riforma», da lui fondata (1866): «Se l'operaio delle città ha saputo in gran parte redimersi dalle antiche miserie e farsi valere per sua propria virtú, non aspettiamo indifferenti che i contadini, schiavi della fame e del lavoro, ci chieggano severo conto dell'abbandono in cui, dopo tante innovazioni, furono lasciati. Bisogna una volta uscire da codesto egoismo borghese, che ha già sconvolto altre Nazioni, e, quel che piú monta, ha soffocato nel sangue i reclami del popolo, a volta a volta blandito e tradito. La questione sociale se non venga posta come dovere, verrà imposta come necessità».
Parole profetiche quando si pensi a quel che avvenne in Italia, poco piú di due anni dopo, nel 1869. La discussione alla Camera sul progetto Bertani per la inchiesta agraria - firmato da una cinquantina di deputati - si svolse il 7 giugno 1872. Il progetto venne approvato. Ma i lavori dell'inchiesta si iniziarono solo nel 1876. Se ne raccolsero i risultati in ventidue grossi volumi, dedicati allo studio delle singole regioni. L'ultimo volume contiene un prezioso Indice sinottico-analitico (Roma 1881-86). Il senatore Jacini, presidente della commissione, dettò una Relazione finale, pregevolissima, della quale deve assolutamente tener conto anche oggi chi voglia capire il nostro problema agricolo.
(6) Editi in uno stesso volume a Firenze, 1875.
(7) Torino 1874.
(8) Ecco, in riassunto, i dati forniti dal Garelli solo per alcune regioni italiane e solo per alcune categorie di lavoratori agricoli.
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