PIEMONTE: a) bovari (salariati fissi cui è affidata la coltivazione d'un podere), L. 320-350 annuali (parte in viveri, parte in denaro) piú alloggio e altri piccoli diritti; b) servi di campagna (braccianti assunti a giornata), L. 0,75-0,85 al giorno, d'inverno; L. 1,00-1,50 nelle altre stagioni; servi di campagna, assunti per un anno, L. 50-130 piú alloggio e vitto; c) risaiuoli, salario annuo massimo L. 400 di cui L. 60 in denaro.
LOMBARDIA (territorio della bassa Lombardia): a) famigli, circa L. 160 all'anno piú il vitto; b) garzoni, L. 60 piú vitto e alloggio; o L. 100 senza alloggio; c) giornalieri fissi, L. 0,40 al giorno d'inverno, 0,60-0,70 d'estate, piú il vitto; d) giornalieri avventizi, guadagnano d'estate fino a L. 3,00 il giorno, ma restano lungamente disoccupati.
VENETO: braccianti, da L. 0,65 a L. 0,75 il giorno, d'inverno e L. 1,00, d'estate.
AGRO ROMANO: a) pecorai, L. 7,50-10,00 al mese; b) contadini (contratto annuale, vivono nelle tenute nei mesi salubri), L. 50 al mese, d'estate e L. 40 nei mesi d'inverno.
ABRUZZI, MOLISE, PUGLIE, BASILICATA, CALABRIE: a) braccianti delle regioni montuose, L. 0,50 al giorno piú il vitto; b) bifolchi (contratto annuale), circa L. 300, parte in natura e parte in denaro; pecorai, circa L. 260 annue in generi diversi.
AGRO DI BRINDISI: L. 0,83-1,27 al giorno.
CAPITANATA: a) massari (cui è affidato il bestiame), L. 1,00 al giorno; b) giornalieri (lavorano circa 60 giorni all'anno), L. 2,00 al giorno.
SARDEGNA: braccianti, L. 2,00-2,42 al giorno (soffrono lunghi periodi di disoccupazione).
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Lombardia
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