A mo' d'esempio piacerà al popolo il comunismo, anco Cristo lo predicò, dunque è buono; chi vorrà impedirlo? È solo lo studio delle cose politiche che gl'insegnerà altro essere un sodalizio di alcuni apostoli, altro un consorzio sociale e gli farà toccare con mano che i suoi desideri e le pretensioni sue è forza che restringa, e sottoponga alla necessità politica. Allontanato il popolo dallo studio della politica, ci tornerà con passione... E tornerà alla politica eccessivo, e talora erroneo, e assurdo e feroce. I nostri avversari seminano la rivoluzione. Sí, vi dico, la seminano, e giorni amari per loro, e per la patria; noi se potessimo giovarci del nome "moderati"».
(110) Non si vuole interdire all'operaio di occuparsi di politica, se ciò gli sembri opportuno, ma sí alle società di mutuo soccorso, egli dice, affinché non si riducano come in Francia dove, col mescolarsi di politica «andarono in rovina, porsero al governo imperiale un pretesto d'intervenire nelle loro faccende ed ora languono all'ombra della protezione governativa». «Se si vuole educare alla vita politica le plebi, o perché non si dà opera a formare dei comitati e dei ritrovi a questo proposito?»
(111) Fa eccezione il solo discorso di un certo Manganelli, socio onorario, di Perugia, il quale vorrebbe si raccomandasse ai capitalisti di essere umani e caritatevoli, agli operai di mantenersi laboriosi e sobrii, al re di favorire le industrie.
(112) È appunto il Guerrazzi, che ricorda i molti scioperi avvenuti, e dichiara che bisogna ad ogni costo evitarne la ripetizione, affrontando virilmente il problema dei salari.
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