(134) La lettera a Savi, Mazzoni e Franchini e l'abbozzo di statuto sono stati pubblicati da A. CODIGNOLA, nel suo interessante articolo su G. Mazzini e gli albori del movimento operaio italiano comparso in X Marzo, numero unico, a cura del Comitato genovese per le onoranze a Giuseppe Mazzini nel 50° anniversario della sua morte, Genova, 10 marzo 1922. Prima di questa pubblicazione si attribuiva, sí, la paternità dell'Atto di fratellanza al Mazzini, ma soltanto sulla fede del Saffi o del Giannelli. Il testo mazziniano s'inizia con una serie di convincimenti religiosi e morali, che successivamente, come vedremo, vennero aboliti o modificati. Le concessioni che Mazzini o i suoi dovettero fare, nella redazione definitiva dello statuto, alle tendenze razionalistiche predominanti fra i democratici e al desiderio di concretezza di questi e di molti fra i piú intelligenti elementi operai, furono abbastanza importanti in sé; e rivestono, com'è superfluo notare, un non disprezzabile interesse storico: espressioni che passavano inosservate nel 1861 stonavano già intollerabilmente due o tre anni piú tardi.
(135) Lettere di G. Mazzini alle società operaie ecc. cit. Lettera 25 dicembre 1861 alla Società operaia di Belgioioso, pp. 12-13.
(136) «La Nuova Europa», 12 gennaio 1862.
(137) All'indomani della costituzione della Società emancipatrice, Garibaldi riuní a Quarto i membri della Commissione permanente eletta a Firenze e li persuase a tentare la conciliazione, incitando tutte le frazioni della classe lavoratrice a cooperare al bene della patria comune («L'Unità italiana», 19 luglio 1862).
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