(146) 16 in Piemonte, 31 in Lombardia, 10 in Liguria, 30 in Emilia, 12 in Toscana, 5 nelle Marche, 4 in Umbria, 1 nelle Puglie, 8 a Napoli, 3 in Sicilia, 1 in Sardegna.
(147) E. FANO, Della carità preventiva e dell'ordinamento delle società di mutuo soccorso in Italia, Milano 1869, pp. 190-91.
(148) Cenni storici della pia istituzione dei lavoratori cappellai di Milano, Milano 1880.
(149) Statistica del 1862 cit. È interessante vedere come una organizzazione di questo genere, che noi oggi consideriamo perfettamente legale e anzi benefica, venisse giudicata a quel tempo, in certi ambienti. Il BOLIS (che fu questore del regno) in un suo grosso libro su La polizia e le classi pericolose della società (dove si vuol notare che per classi pericolose s'intendono i delinquenti nelle loro varie categorie e gli operai) definisce camorristica la Società dei garzoni prestinai di Palermo, la quale - son parole sue - è cosí congegnata: «chi è impiegato deve contribuire al mantenimento di chi vive oziando: i proventi si dividono una volta alla settimana, fatta prima larga porzione ai capi. Da questi i padroni ricevono d'ordinario i lavoranti: fissata è la mercede: chi si attentasse alterare gli usi, diminuire i prezzi, sottrarsi alla supremazia della società pagherebbe di persona». Dove il lettore di buon senso non fatica a rilevare quelle che sono le aggiunte e le amplificazioni dovute alla fantasia dell'autore.
(150) Alcune inviarono i resoconti della loro attività all'Esposizione di Parigi del 1862. Vi ricevettero una menzione speciale le Società operaie di Cremona, Perugia e Torino perché si ritenne avessero esercitato una benefica influenza sulle condizioni dei lavoratori in Italia (BOLIS, La polizia ecc. cit., p. 419, «Il Diritto», 17 marzo 1868).
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