«La risposta del signor Martinati - scrisse il 6 maggio allo Stampa - ... mi diede gentilmente a capire che de' miei suggerimenti non si farebbe alcun uso» (ibid., p. 51). La risposta del Martinati riguardava tanto le osservazioni sulla Banca operaia quanto quelle sullo Statuto della fratellanza.
(179) «... Non intendo che ne facciate menzione al Congresso o altrimenti come di cosa mia, volendo io, anche per l'angustia del tempo, astenermi da ogni successiva ingerenza in questi affari» (Lettera citata a Stampa, 6 maggio 1864).
(180) Lettera citata a Stampa.
(181) Anche un confronto piú minuto riuscirebbe interessante; Mazzini per esempio vuol che s'infonda nella massa operaia «un sempre piú giusto e profondo e attivo concetto della Fede nazionale», che si promuovano contatti fraterni fra gli operai italiani e quelli d'altri paesi. Cattaneo ne tace: ma è giusto osservare che mentre egli si è limitato a buttar giú una bozza di regolamento tutt'altro che definitiva, Mazzini ha redatto un progetto completo, che vorrebbe s'adottasse tal quale. Varie differenze di minor conto si posson notare nell'enumerazione dei mezzi pratici che condurranno all'emancipazione operaia. Cattaneo, per esempio, non nomina le cooperative di produzione.
(182) E di imporlo non soltanto agli operai italiani. L'unificazione delle società di mutuo soccorso strette nel riconoscimento del suo statuto dovrebbe, egli scrive, «costituire una iniziativa tra le classi operaie europee» (Lettera citata a Savi, Mazzoni, Franchini, 29 novembre 1861).
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