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      (188) Il congresso - uditi i discorsi di Quirico Filopanti, di Martinati e di Dassi - affidò alla commissione il compito di organizzare l'inchiesta.
      (189) In una lettera «ai rappresentanti dell'Internazionale in Londra», scritta alcuni anni dopo (gennaio 1872), il Bovio volle ricordare questo che egli riteneva un precedente dell'Internazionale; egli non ricordava che l'Associazione dei lavoratori rimontava al settembre 1864. Gli pareva ad ogni modo che la sua proposta al Congresso napoletano attribuisse «all'Italia un diritto che la storia le ha acquistato, quello cioè di essere stata almeno tra le prime nazioni a concorrere per l'iniziativa dell'Internazionale».
      Gli rispose l'Engels il 17 aprile: «Riconosciamo volentieri che al tempo dove qui in Londra si realizzava per la prima volta una lega internazionale degli operai, voi, nella remota Puglia avete rilevato quella medesima idea... Vi ringraziamo d'averci comunicato questo fatto, perché contiene una nuova prova che l'alleanza degli operai del mondo incivilito intiero fu riconosciuta, già nel 1864, come una necessità storica anche nei paesi coi quali non potevamo allora metterci in relazioni». Nella bozza della lettera, che io ho avuto sott'occhio, si leggon di seguito queste linee che furon poi cancellate: «Senza dubbio, se le società operaie italiane... avessero rilevato la vostra idea... se avessero iniziato nello stesso tempo un movimento operaio italiano, basato sullo stato sociale del loro paese, forse s'avrebbe adesso meno di [sic] società operaie, sedicenti internazionali propugnando dottrine settarie, non italiane, ma francesi e russe.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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