Nel movimento della classe operaia, secondo il mio parere, le vere idee nazionali, cioè corrispondenti ai fatti economici, industriali ed agricoli che reggono la rispettiva nazione, sono sempre nello stesso tempo le vere idee internazionali. L'emancipazione del contadino italiano non si adempirà sotto la stessa forma come quella dell'operaio di fabbrica inglese; ma piú che l'uno e l'altro comprenderanno la forma propria alle sue [sic] condizioni, piú... l'intenderanno nella sostanza...» Il lettore comprenderà il tono di questa lettera, che si trova manoscritta e inedita - come quella di Bovio - tra le carte di Engels, nell'Archivio del partito socialdemocratico tedesco, a Berlino, leggendo i capitoli successivi.
(190) Nella seduta del Comitato generale dell'Internazionale tenuta il 12 ottobre 1864 a Londra, il maggiore Wolff - in quel tempo segretario di Mazzini - comunicò che intendeva partecipare al Congresso di Napoli. Venne allora incaricato di indagare se i rappresentanti delle società operaie italiane sarebbero stati disposti a entrare nell'Internazionale. Il Wolff partí per l'Italia, ma non partecipò al congresso. Nel febbraio 1865, di ritorno a Londra, raccontò che era stato imprigionato nella fortezza di Alessandria. Tolgo queste e altre notizie dai verbali delle sedute settimanali del Consiglio generale dell'Internazionale, conservati nell'originale e in copia fotografica presso l'archivio del partito socialdemocratico tedesco, a Berlino. I verbali vanno dal 5 ottobre 1864 alla fine di agosto 1872; mancano dal 21 agosto 1866 al 14 settembre 1869.
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