Bastava poi che sopraggiungesse o un'idea nuova nel suo cervello o la necessità di passare all'azione pratica, perché Bakunin troncasse affatto il lavoro iniziato per darsi tutto al nuovo, con fretta febbrile, o per precipitarsi là dove si figurava ci fosse bisogno di lui.
(240) Préambule pour la 2e livraison de l'empire knouto-germanique (1871), in Œuvres cit., vol. IV, p. 247. E altrove: bisogna fare in modo che «tutti questi milioni di poveri esseri umani, ingannati, asserviti, tormentati, sfruttati, liberatisi alfine di tutti i loro direttori e benefattori ufficiali e ufficiosi, associazioni e individui, respirino in una completa libertà» (M. BAKUNIN, Programma e oggetto dell'organizzazione rivoluzionaria dei Fratelli internazionali pubblicati in C. MARX L'Alleanza della democrazia socialista e l'Associazione internazionale dei lavoratori (1873), Roma 1901, p. 110).
(241) Di Saffi Bakunin ha una pessima opinione. In una lettera a Celso Cerretti, del marzo 1872 (in «Société nouvelle», Bruxelles, febbraio 1896), che avrò occasione di citare piú di una volta, cosí lo definisce: «... una specie di sapiente mancato, un dottore di una facoltà che non esiste, il Melantone di una religione nata-morta» (M. NETTLAU, Michael Bakunin, eine Biographie, 3 voll., 1896-1900, I, p. 169. Di questa pregevole opera, alla quale farò continuamente ricorso, non sono state tirate che cinquanta copie a poligrafo di sul manoscritto originale).
(242) M. NETTLAU, Michael Bakunin ecc. cit., e ID., Bakunin und die Internationale in Italien bis zum Herbst 1872, in «Archiv für die Geschichte des Sozialismus und der Arbeiterbewegung», t. II, fasc.
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