(336) Alcuni operai di Napoli e di Bologna visitarono ad esempio, nel 1867, l'Esposizione di Parigi (DE CESARE, op. cit., p. 132).
(337) «Lo Zenzero primo», Firenze, 24 giugno 1867.
(338) L'imposta sul macinato venne presentata per la prima volta alla Camera da Quintino Sella, il 13 dicembre 1865. Colpendo modestamente l'universalità dei cittadini, essa assicurava il piú largo gettito. Il Sella, che ne conosceva tutta la gravità, la propose «non senza esitanza e con grande rincrescimento» (Rendiconti del Parlamento, Sessione del 1865-1866, vol. I, p. 344). Respinta, ripresa da altri ministri, discussa appassionatamente sulla stampa periodica e in pubblicazioni speciali, ripresentata piú volte alle due Camere, essa procurò al Sella non poche amarezze. L'onorevole Asproni, per esempio, nel giugno 1867, lo accusò di essere un accanito nemico dei poveri. Al che ribatté il Sella: «Certo è mio triste officio proporre balzelli. Però li ho proposti e credo abbiano fatto molto male coloro che li hanno respinti per l'odio di un nome, prima forse di averli esaminati. Credo amar piú la classe povera, la classe che soffre, proponendo imposte che valgano a migliorare le condizioni economiche del paese, di quel che l'amino coloro che contro simili proposte continuamente declamano».
(339) Rendiconti del Parlamento, Sessione del 1867, vol. VIII, p. 8966.
(340) Ibid., vol. V, p. 5008.
(341) Questo giornale usava sempre un linguaggio molto violento contro le classi dirigenti. Il numero del 26 gennaio 1868 fu sequestrato per un articolo, La fame e la diplomazia, che - secondo la motivazione del sequestro - conteneva «espressioni le quali costituiscono un voto di distruzione dell'ordine monarchico costituzionale ed offesa alle leggi dello Stato, non che provocazione alle varie classi sociali ed alla rivolta». Cfr. il numero del 2 febbraio 1868.
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