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      (342) «Lo Zenzero primo» era un «giornale politico popolare», fondato il 16 giugno 1867. Anticlericale, garibaldino, semisatirico.
      (343) Ecco un brano del suo programma: «La costituzione ci dà mezzi sufficienti per agitarci: noi vogliamo approfittarne. Purché il popolo voglia, anche senz'armi può alzare la testa, far impallidire i prepotenti della terra ed acquistare i suoi diritti legittimi». La società fonda subito un giornale dello stesso nome, dedicato esclusivamente agli operai («L'Avvenire dell'Operaio», 2 febbraio 1868).
      (344) All'associazione democratica Fede e Lavoro di Palermo (Lettere di G. Mazzini alle società operaie ecc. cit., p. 58).
      (345) Lettere di G. Mazzini ad A. Giannelli cit., p. 379, 31 marzo 1868. Queste sue dichiarazioni pubbliche e private sono cosí esplicite che possiamo togliere qualsiasi valore alle pretese rivelazioni della «Unità cattolica», 21 marzo 1868, la quale afferma che «molti fra i deputati di questo partito (la Sinistra) vanno persuasi che la sanzione suprema, data all'imposta del macinato, non possa che ridondare a vantaggio della repubblica, e però s'astengono, non volendo approvarla, ma col vivo desiderio ch'essa sia messa in attuazione. Si vuole da taluno che Mazzini sia a Lugano, e che colà abbia avuti segreti colloqui con parecchi dei suoi affigliati, ed anche, debbo dirlo?, con Garibaldi, giuntovi in incognito da Caprera, e che l'apostolo di Londra abbia date grandi speranze a tutti intorno a prossimi eventi».
      (346) Secondo il regolamento sancito dalla Camera, che fu applicato nel 1869, ogni quintale di grano doveva pagare 2 lire di tassa, 1 lira ogni quintale di granturco e di segala, 1,20 ogni quintale di avena e 0,50 ogni quintale di legumi secchi e castagne.


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Mazzini e Bakunin
di Nello Rosselli
pagine 458

   





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