(564) XIMENES, Epistolario di Garibaldi cit., vol. I, p. 380.
(565) «Il Romagnolo», 9 settembre 1871.
(566) MICHELS, Proletariato e borghesia ecc. cit., p. 40. Vedi una confutazione della lettera di Garibaldi nell'opuscolo di M. QUADRIO, Della lettera del generale Garibaldi a G. Petroni, Genova 1872.
(567) Su questo argomento molto è già stato scritto e piú si potrebbe scrivere. Ma basta scorrere l'epistolario di Garibaldi per farsi un'idea piú che sufficiente della questione. Si può ritenere, in sostanza, che Garibaldi aderí all'Internazionale 1) perché essa soddisfaceva le sue aspirazioni umanitarie; 2) perché la considerava come una potente alleata nell'aspra lotta da lui condotta contro il cattolicismo e l'organizzazione clericale; 3) perché se non avesse aderito non avrebbe piú potuto dominare tutte le frazioni della democrazia italiana; 4) per reazione a Mazzini. Ma non si può non deplorare che il vecchio generale non abbia seguito i consigli del suo amico Pallavicino il quale, conoscendolo bene, e preoccupato delle sue stupefacenti dichiarazioni d'internazionalismo, gli domandò: «Ma la conosci tu... l'associazione di cui prendi la difesa?... non potresti per avventura esserti ingannato, foggiandoti un'Internazionale a imagine e similitudine tua?» e lo invitò a riflettere seriamente prima di darle il suo nome. Quale idea Garibaldi si facesse dell'Internazionale appar chiaro da questo episodio. Nel 1875 si svolse a Firenze un processo contro alcuni internazionalisti; Garibaldi, testimone, fece le seguenti dichiarazioni, riferendosi all'Associazione dei lavoratori e per scagionare gli imputati: «Io sono internazionale e... credo lo saranno anche loro [i mazziniani] e mi spiego; che differenza fanno loro fra un americano e un italiano? sono gli stessi uomini e moralmente devono essere fratelli.
| |
Epistolario Garibaldi Romagnolo Proletariato Garibaldi Garibaldi Petroni Genova Garibaldi Garibaldi Internazionale Mazzini Pallavicino Internazionale Garibaldi Internazionale Firenze Garibaldi Associazione
|