Oggi, consci dei nostri diritti e dei nostri doveri; per dovere vogliamo essere uniti ai nostri fratelli, e per diritto biasimiamo gli uomini che ce lo vietano, che altro non possono essere che nostri nemici» (Atti del XII Congresso ecc. cit.).
(636) Ignoro il motivo pel quale le altre sezioni dell'Internazionale non mandaron delegati.
(637) Ritengo interessante riprodurli per intero poiché non v'è nulla che valga a farci seguire e apprezzare la storia del movimento operaio come l'esposizione dei desiderata della classe lavoratrice organizzata, desiderata nella cui evoluzione quanto al contenuto e anche quanto alla forma si concreta e si palesa l'assiduo, oscuro e non facilmente documentabile sforzo compiuto dagli operai, sia individualmente che collettivamente, verso la propria emancipazione.
(638) Interessanti i commenti della «Nazione» - la quale oscilla tra la lode e il biasimo ai democratici moderati, secondo l'opportunità del momento - a questa deliberazione del congresso: «La tirannia dei padroni, l'usura dei principali, le imagini del capitale che succhia il sangue del lavoro, sono tutti fiori o pruni di rettorica tribunizia che ormai hanno fatto il loro tempo e specialmente a Roma non producono altro effetto, se non quello di destar l'ilarità delle cose nuove e il disgusto delle fiabe troppo ripetute» (4 novembre 1871).
(639) Riprodusse il Patto «L'Emancipazione», Roma, 1° febbraio 1872.
(640) Ebbe vita assai breve. Cfr. il discorso pronunciato dal Saffi al XVI Congresso operaio di Firenze (1886), in SEI, vol.
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