Del resto la nuova Italia, mancante di materie prime, poverissima di capitali, sprovvista di un'adeguata marina da guerra e mercantile, bisognosa di farsi al piú presto una sua attrezzatura industriale e di dare incremento alla sua produzione agricola, e di ottenere perciò vasto credito, se non altro per dare lavoro all'esuberante sua popolazione, questa Italia senza dubbio si sarebbe dimostrata una preziosa cliente dell'Inghilterra; e anche questa era una considerazione non priva d'importanza per i politici inglesi.
Gli avvenimenti degli ultimi decenni del secolo XIX, e quelli dei primordi di questo nostro, attestano che il Foreign Office, pur (concludendo) assai poco benemerito della unificazione italiana nel periodo della sua penosa maturazione, non si era sbagliato quando, all'ultimo, le aveva impresso la spinta definitiva. Spetta ai politici odierni e agli storici di domani di valutare fino a qual punto le vitali necessità dell'Italia grande potenza, in un'Europa profondamente sconvolta dalla crisi del '14-18, e nella quale tutti i problemi di equilibrio sono rimessi in questione dall'avvenuta rivoluzione nelle armi e nei mezzi di trasporto, possano ulteriormente coordinarsi con gl'interessi essenziali dell'impero britannico.
2.
Nuovi documenti inglesi su Carlo Alberto
principe di Carignano
Niccolò Rodolico, nel suo bel libro su Carlo Alberto(2), ha giustamente attribuito molta importanza a taluni documenti del Record Office di Londra, da lui per primo rinvenuti e dati alla luce(3): sono i dispacci del ministro d'Inghilterra a Torino, e si riferiscono segnatamente a due distinti periodi della vita del principe, il periodo immediatamente successivo alla bufera rivoluzionaria, cioè, e quello immediatamente precedente alla sua ascesa al trono.
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