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      ..(50).
      Il vecchio re Vittorio Emanuele non ha divulgato quel che è accaduto fra lui e il principe a Moncalieri, si dice però che il re abbia immediatamente accordato il suo reale perdono(51). Sebbene ciò possa essere stato determinato semplicemente dalla bontà di cuore del vecchio re, le conseguenze politiche che ne derivano sono importanti in quanto impediscono che si possa gettare un cosí manifesto marchio d'infamia sull'onore dell'unico erede riconosciuto della Corona...(52).
      Il lettore avrà notato da sé quel tanto di nuovo che questo dispaccio rivela, e talune sue inesattezze evidenti. A noi preme soltanto di rilevare come il ministro inglese non dubitasse affatto, in sede morale, diremmo, della colpevolezza del principe(53), al quale, tuttavia, accordava l'attenuante della giovanissima età; in sede politica, invece, lo Hill pareva ritenere che la piena confessione fatta a re Vittorio, il conseguente perdono da questo accordato, e la savia condotta tenuta dal principe durante la sua tempestosa reggenza, eliminassero ogni questione circa la pretesa indegnità di Carlo Alberto a succedere al trono.
      Questa presa di posizione, equa e ragionevole, sebbene ispirata dal piú tenace antagonista del principe, il conte Revel, non ebbe a subire, vedremo, sostanziali mutamenti nel seguito, anche dopo che il ministro inglese attinse per la sua indagine a piú serene fonti: ad esse si ispirò il Foreign Office per regolare la sua condotta durante la prima fase della questione Carignano, essendo interesse inglese evidente che il ristabilimento dell'ordine in Italia non venisse comunque ritardato da complicazioni conseguenti a una crisi ormai chiusa(54).


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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