Solo un colloquio diretto con i due sovrani poteva ormai chiarire la complessa questione. Per l'appunto in quei giorni lo Hill aveva ricevuto dal Foreign Office le ritardatissime credenziali per Carlo Felice(59). Si mise dunque in viaggio (il 25 luglio) per Modena, dove soggiornava allora la famiglia reale al completo. Passò da Firenze, donde - scrisse il 18 d'agosto - «per fortuna il principe era assente».
Non ci teneva a incontrarsi con lui! La prima persona che vide, a Modena, fu il generale La Tour; venne poi ricevuto da re Carlo Felice, che lo trattenne amichevolmente a colloquio per quasi un'ora. Si capisce che lo Hill aveva dovuto nutrire di lui, fino allora, una ben povera opinione (come tutti, del resto) se, nel rendere conto di questo colloquio, sentí il bisogno di attestare che il re aveva parlato «con buon senso, gusto, sentimento, e senza alcuna durezza»!(60). Quel che gli disse di Carlo Alberto già sappiamo dal Rodolico(61): Carlo Felice rievocò i rapporti d'intimità che nel passato lo avevano unito a lui, accennò poi all'improvviso raffreddamento verificatosi da parte del principe già un anno innanzi, e che a quel tempo era stato spiegato con motivi inerenti alla sua condotta privata; ma adesso il re supponeva «che il principe stesse già allora cospirando, e che fosse, o troppo occupato per potersi mostrare, o che se ne vergognasse». Fin qui il brano riprodotto dal nostro storico. Ma il testo prosegue:
Avendo udito a Firenze... che il principe Carignano aveva deciso di domandare che la sua condotta venisse giudicata da una corte marziale(62), e che la Russia l'avrebbe appoggiato in questa domanda, menzionai la prima di queste voci a S. M.; S. M. immediatamente rispose: verrebbe certamente condannato se mai (la corte marziale) gli venisse concessa.
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