(In questa occasione) S. M. non mi disse che poche parole relativamente al principe; senonché, esprimendosi severamente sul conto degli Spagnuoli e della costituzione di Spagna, S. M. osservò che tutt'al piú le idee del principe Carignano non erano mai andate piú in là della Carta francese(77).
Anche in successivi dispacci piacque allo Hill insistere sulla indulgenza della regina per Carlo Alberto(78). Conviene a questo punto domandarci se tale indulgenza, pur spontanea, non coincidesse per avventura con gli interessi di Maria Teresa, che già vedemmo - la sera del 12 marzo - vivacemente ostile al principe. Orbene, a noi sembra abbastanza probabile che proprio lo stesso motivo che piú d'ogni altro contribuí a inviperire Carlo Felice contro di lui (i reiterati tentativi da lui compiuti per persuadere re Vittorio a riascendere il trono) sia stato quello che valse a riconquistargli le simpatie di Maria Teresa. La regina era ambiziosa, di carattere attivo ed energico; passata la bufera rivoluzionaria, è verosimile che due sentimenti lottassero in cuor suo: il desiderio di veder abrogato l'atto di abdicazione, e la preoccupazione per la salute di re Vittorio che esigeva assoluto riposo. La premurosa insistenza di Carlo Alberto, ad ogni modo, soddisfaceva il suo amor proprio. Piú tardi essa lottò virilmente, oltreché contro minori pretese del nuovo re suo cognato, contro quella, apparentemente ingiustificata e inumana, di tener lontani dal Piemonte re Vittorio e lei stessa (ciò risulta con sufficiente evidenza dall'insieme del carteggio di Hill). Occorre dire che Carlo Alberto non poteva non seguire con la piú viva simpatia questi suoi sforzi diretti contro il comune loro persecutore, sforzi dei quali il ministro inglese si era fatto caloroso sostenitore e campione?
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