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      Era un generoso tentativo di anticipar sulla terra, mediante una progressiva riforma, essenzialmente sociale, le beatitudini relegate dal cristianesimo nell'al di là: un sogno di bontà e di bellezza basato su una concezione ottimistica dell'umanità e inteso appunto a rendere alla vita terrena le attrattive negate, o piuttosto respinte, dal dogma teocratico. La grande forza morale fino allora sottratta ai suoi compiti vitali, sviata dalle sue mete, incapsulata, isterilita nella contemplazione di un avvenire inconoscibile, la fede religiosa veniva finalmente chiamata a facilitare il raggiungere di quel massimo di giustizia sociale e quel minimo di benessere per tutti senza dei quali l'umanità non avrebbe mai trovato un suo stabile e precipuo assetto. Emancipazione del proletariato, emancipazione della donna, queste le maggiori rivelazioni del nuovo verbo. Tutto l'afflato romantico del principio del secolo tradotto ed espresso in un secondo Vangelo, integrazione e avveramento di quello del Cristo. L'amore universale, l'armonia spontanea, la fine d'ogni egoismo individuale di classe, di patria, come leva e meta insieme del grande rivolgimento pacifico profetizzato. Tale, nelle sue linee maestre, il messaggio sansimonista, cui particolari approfondimenti teorici, specie nel campo dell'economia, valevano a conferire una tal quale apparenza scientifica atta a sedurre, oltre alle coscienze bramose di un accordo fra religione e vita, fra spirito e materia, anche la mente degli zelatori di una mera riforma sociale.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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