L'abate Orlandi sapeva certo un monte di cose e molte delle sue osservazioni erano buone; «ma assai maggiore sarebbe stato il loro pregio - cosí il giovanissimo critico - se alla erudizione e alla dottrina si fosse aggiunta una disposizione piú metodica nel soggetto, una analisi piú severa nelle investigazioni parziali, una elocuzione insomma meno retorica e piú filosofica». Ma di che si occupano, precisamente, gli opuscoli incriminati? Lasciamo stare, amico lettore: non turbiamo il divino silenzio dell'oblio che li ha pietosamente ricoperti d'un velo; ti seccheresti tu, e piú dovrei seccarmi io se volessimo, per ogni quisquilia, risalire pedantescamente alle fonti...
Una seconda recensione del Montanelli fu pubblicata sull'«Antologia» del febbraio '32: Sul giornaletto poetico stampato in Corfú, osservazioni di Achille Delviniotti corcirense, Pisa 1832(154). Anche questa volta non ci occupiamo dell'opera presa in esame se non per avvertire che l'autore era un amico del Montanelli e fu ben presto un sospetto politico; cerchiamo invece di scoprire il recensore nel suo mondo ideale, tanto piú che, acquistata qualche maggiore franchezza, il Montanelli abbordò in questo articolo, cosí particolare, sfere piú ampie e piú alte, o vogliamo dire questioni di carattere generale. Ascoltiamolo, senza dimenticare la contemporanea esperienza del sansimonismo:
Il fondamento principalissimo dell'ordine sociale sta nella rettitudine dei costumi. Chiunque intende a promuovere il perfezionamento della morale, e a consolidare l'impero della virtú, merita dunque la riconoscenza della società. È dolce il vedere che a questo santissimo scopo mirano le opere piú celebri dei nostri giorni: ma piú dolce ancora si è il considerare che una gran parte di tali opere appartiene alla gioventú... Noi, che partecipiamo con l'autore al desiderio di vedere la poesia compagna indivisibile della morale, non possiamo se non che far eco a tutte le cose da lui discorse contro un genere di scritti diretti a corrompere i costumi e la gioventú. Il poeta è l'interprete dei sentimenti piú generosi e sublimi che onorano la umanità. Inspirando agli uomini le affezioni virtuose e sociali con le forme della bellezza, egli può cooperare mirabilmente ai progressi della civiltà... Sarebbe tempo una volta che le arti del bello adempissero ai bisogni del secolo, e si mostrassero le vergini custodi delle fiamme del sentimento, e le umane propagatrici della luce della virtú.
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