Per tutto il gennaio e una buona metà di febbraio del '33, silenzio. Il 22 febbraio, Montanelli:
Bisognerebbe che io vi potessi significare le cause del mio silenzio perché voi interamente mi scusaste. Vi basti il sapere che già da un mese non ho aperto un libro, e che ora solamente il mio cuore comincia a riacquistare un poco di calma dopo tante agitazioni sofferte. Nulladimeno, quantunque, oppresso dai piú tristi pensieri, mi sono spesso ricordato di voi... Avrei già fatto da qualche tempo l'articolo sulla musica. Ma non ho potuto applicare. Spero però di mandarvelo quanto prima. D'ora in poi son tutto per voi(169).
Perché questa crisi? Perché questi tristi pensieri? Tenteremo piú oltre di venirne a capo. Il 13 marzo, sempre il Montanelli: «Vi manderò l'articolo sulla musica unitamente ad altre cose... Vi ripeto che mi vergogno di questo prolungamento...» E, a una proposta del Viesseux di retribuire i suoi scritti:
Mi dispiace che le circostanze nelle quali mi trovo mi obblighino ad accettare la vostra graziosissima offerta... Mi sforzerò di scrivere sempre in modo che ne siate contento... Sono circondato da alcuni giovani i quali con un poco piú di coltura potranno essere ottimi collaboratori. Speriamo che gli ostacoli frapposti ad un'opera cosí utile, e cosí generosa saranno presto distrutti. Speriamo!(170).
Era l'«Antologia», si sa, che cominciava a... far acqua in parte anche per quell'articolo del Tommaseo che al Montanelli era tanto piaciuto non senza, tuttavia, suscitare la sua meraviglia che la censura lo avesse permesso.
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