Le dichiarazioni imperiali, integranti quelle già fatte al Pepoli e al Cavour(297), ebbero in realtà tale importanza e furon causa, nel seguito, di cosí aspre polemiche che il lettore vorrà consentirci di entrare al proposito in qualche particolare.
La relazione piú diffusa della quale disponiamo circa questo colloquio è quella che ne dette, fino dal giorno appresso, il Bianchi in un suo dispaccio al Boncompagni:
Imperatore ha detto a Montanelli: la restaurazione della dinastia di Lorena non dee farsi con aiuti stranieri: soldati austriaci non possono adoperarsi fuori dei paesi attribuiti all'Austria. S'istituisca in Toscana un governo provvisorio; interroghi per sí o per no il paese, se voglia o no casa Lorena; plebiscito trasmettasi Congresso europeo, coi voti del paese qualora respinga lorenesi. Imperatore promette farsene sostenitore al Congresso. Insiste forte non accadano disordini e passioni demagoghe. Toscana farà bene richiamare tutti i suoi volontari... L'imperatore fattagli da Montanelli la questione cosa sarebbe avvenuto se la Toscana si fosse pronunziata per l'annessione ha risposto: impossibile!(298).
Questa versione viene integrata da quella piú tardi redatta da un amico del Montanelli, il Redi:
Presa la parola per primo, l'imperatore gli svelò senza mistero la ragione per la quale si era fermato (Prussia), aggiungendo dover ritenersi la indipendenza d'Italia stabilita come base di un nuovo diritto pubblico europeo; non potersi però conseguire se non in due fasi, delle quali la prima aveva avuto luogo, e per la seconda si sarebbe poi presentata l'occasione opportuna.
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