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      Un ultimo punto. Ritiene il Leti che, dopo la discussione epistolare del maggio-giugno '59, l'ex triunviro toscano e l'eroe delle Cinque giornate cessassero i loro «buoni rapporti»: il che farebbe presumere che il dissenso fra costoro avesse attinto notevole gravità ed asprezza. Ma anche questo è un dato insussistente. Io non so se l'archivio Cernuschi consultato dall'autore sia piú o meno completo; so bensí che fra le carte del Montanelli si conservano almeno due lettere del Cernuschi a lui dirette in data susseguente al '59, entrambe attestanti il perdurare di una calorosa amicizia cementatasi negli anni del comune esilio (una terza, non datata, potrebbe benissimo attribuirsi allo stesso periodo). Credo che possa interessare, oltre che il Leti, i lettori di questa rivista il conoscere i brani piú significativi e di queste due lettere e di altre due del Cernuschi al Montanelli, anche queste sfuggite al biografo del Cernuschi: la prima in risposta alla lettera del Montanelli del 30 dicembre '58; l'altra, assai piú importante, in risposta a quella dell'11 maggio '59. Cosí reintegrato, il carteggio fra i due banditori del federalismo - quello che accettava l'iniziativa unificatrice della monarchia di Savoia col dichiarato proposito di temperare gl'inconvenienti mediante l'immissione del massimo compatibile di spirito e di ordinamenti federalistici nell'organismo unitario, e quello che da lungi perseguiva il vano sogno di una applicazione «totalitaria» dei principî federalistici ad una Italia che non ne voleva sapere - assume indubbiamente un ben piú alto interesse.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





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