La minoranza, che rifiuta il programma mazziniano ma che non è capace di far da sé, cade in braccio ai conservatori.
La delusione successiva al conseguimento della unità politica costituí, per gli operai, la base necessaria al primo formarsi di un vago sentimento di classe; la sensazione precisa che i decantati vantaggi di questa unità non riguardavano affatto le masse popolari, sibbene le classi borghesi e che, se mai, al popolo era riservato di sopportare il peso del nuovo ordine di cose, creò nel cuore degli umili il risentimento contro la borghesia, determinò o rafforzò la sensazione della società nettamente divisa in classi, antagonistiche fra loro.
Questo sentimento di classe si evolve con molta lentezza, fra i nostri operai, dopo il 1860, e per i primi anni possiamo rintracciarlo solo negli operai della grande industria, la quale comincia a svilupparsi con un certo successo, nel Nord, verso il 1865.
Molti elementi contribuirono al precisarsi, al consolidarsi, al diffondersi del sentimento di classe; io voglio qui fermarmi ad illustrarne uno, del quale credo non si sia tenuto sufficiente conto, sin qui: la propaganda clerico-reazionaria che, allo scopo di creare imbarazzi al nuovo governo e determinare magari una crisi definitiva con conseguente ripristino dei vecchi regimi, si studia di aizzare l'astio e l'odio dei lavoratori contro le classi dominanti.
La forma piú pericolosa, e piú nota, di questa propaganda è quella che i clericali, attraverso la loro formidabile organizzazione, compiono nelle campagne, tra i contadini ignoranti, sfruttandone e stimolandone il profondo malcontento, che le novità politiche hanno accentuato.
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