Ne nasce il brigantaggio nelle province meridionali, e, piú tardi, nel 1869, la pericolosa rivolta contro la tassa sul macinato, alla quale, peraltro, contribuirono - oltre la propaganda clericale - molti altri elementi.
Nelle città, i clerico-reazionari disponevano di un gran numero di giornali e pubblicazioni periodiche di ogni genere, assai diffusi, specie nel popolo. Furono questi un magnifico mezzo di reazione.
I clericali ebbero l'accortezza di misurare l'importanza via via crescente che l'elemento operaio andava assumendo nel paese; e compresero quale tremendo pericolo quell'elemento, debitamente aizzato, potesse costituire contro l'ordine sociale. In questo, si mostrarono molto piú intelligenti dei moderati e dei conservatori, i quali, si può dire, ignorarono in quegli anni il problema operaio, limitandosi a sabotare il programma sociale degli uomini di sinistra, a emettere, ogni tanto, e sempre per bocca di isolati, timidi progetti di riforma o calorosi inviti alla rassegnazione e alla calma dedicati agli operai, salvo poi ad agitarsi smisuratamente, in presenza di qualche episodio piú appariscente del processo di organizzazione operaia o di qualche esplosione del malcontento popolare.
In quei loro giornali, i clericali si rivolsero soprattutto ai poveri, agli sfruttati, ai disgraziati lavoratori, compiangendone la sorte.
Bisogna confessare che, a quei tempi, regnava in Italia la piú sconfinata libertà di stampa e di parola; tale che a noi, che viviamo nel 1924, è ragione, almeno, di stupore.
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