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      Di qui nasce il problema sociale; la soluzione non può trovarsi che in un ritorno al cristianesimo, che dà ai diseredati la rassegnazione, e ai potenti il sentimento di carità. Mostrando i guai del regime inaugurato nel '59, i clericali si soffermano volentieri sui mali del proletariato, esagerandoli e accentuando le inquietudini ai danni del governo e delle classi dirigenti. Di color nero è dunque la prima seminagione del sentimento classista tra le masse.
      b) Conservatori e moderati. È impossibile distinguerli nettamente, li accomuna uno scarso calore per il problema sociale in tempo di calma: discussioni sul mutuo soccorso, sulla cooperazione, qualche volta sull'arbitrato, che vengono additati agli operai come mezzi atti a raggiungere la progressiva soluzione del problema sociale, e poco piú. In tempi grossi (esempio: scioperi) nasce lo spauracchio della questione sociale; moderati e conservatori si agitano, gridano al pericolo, usano parole gravi, ma raramente affrontano i problemi con decisa volontà di risolverli. Gli uni e gli altri non ostacolano la nascita e lo sviluppo delle organizzazioni operaie, spesso anzi le incoraggiano; vogliono però che esse siano dirette o vigilate da uomini del loro partito, non ammettono che fazioni sovversive se ne servano a fini politici. Ma, mentre i moderati riconoscono, in qualche occasione, non essere perfetta la costituzione della società, ed essere loro dovere proteggere le classi operaie, studiando la possibilità di accogliere una parte delle loro richieste, ai conservatori il problema operaio appare sotto la veste di un puro e semplice problema di beneficenza: non si parla ai lavoratori di pretesi loro diritti.


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Saggi sul Risorgimento
di Nello Rosselli
pagine 380

   





Conservatori