.. Diceva un giorno il grande Brunelleschi: datemi un punto di appoggio per la manovella, che io vi solleverň il mondo. Ebbene, diciamo noi, uniamoci tutti pel comun bene e prementi tutti come un sol uomo nella gran manovella - la rivoluzione sociale - daremo l'ultimo colpo a questo mostruoso e crollante edificio...»)(453). Il De Begnac addita in Mussolini uno dei pochi socialisti di allora sensibili a un patriottismo monarchico e, per cosí dire, nazionalistico: ma la dichiarazione da lui fatta in consiglio comunale all'indomani del regicidio di Monza («... nel prendere parte al lutto nazionale protestiamo contro l'insulso ed efferrato assassinio commesso contro la vita di un galantuomo, dichiariamo, per essere coerenti ai nostri principî, e per ragioni di partito, di astenerci dalla votazione»)(454) non corrisponde forse all'atteggiamento ovunque assunto in quella occasione dai socialisti italiani? Questa figura di popolano serba tutta la sua attrattiva a condizione che se ne rispetti scrupolosamente la primitiva semplicitŕ: orbene, scrivendo che una letterina di Mussolini alla «Lotta» di Forlí per dissuadere il partito dal riunire un congresso a Lugano costituisce «un documento importantissimo per la storia del socialismo in Italia»(455), oppure che «se la storia non parla ancora di quest'uomo ciň si deve al fatto che nessuno storico ha ancora scrutato nella vita di Romagna dal 1880 al 1900»(456), non si rischia forse di svisare i lineamenti e l'azione di questo ardente e modesto e sincero militante dell'idea socialistica?
| |
Brunelleschi De Begnac Mussolini Monza Mussolini Forlí Lugano Italia Romagna
|